In memoria di Zygmunt Bauman

bauman  Il 9 gennaio 2017, si è spento all’età di 91 Zygmunt Bauman, sociologo di fama mondiale e teorico della società liquida.

Bauman negli anni 90 ha incentrato le sue ricerche, dal passaggio dalla modernità, alla post-modernità.

E nel 2000 ha teorizzato la “società liquida”.

Per Bauman i rapporti umani ai tempi dei social network, sono basati su un monologo e non su un dialogo, rapporti che nascono e si cancellano con un click, accolti come un momento di libertà rispetto a tutte le occasioni che la vita e il mondo ci offrono. In realtà, la mancanza di impegno e la selezione delle persone come merci in un negozio sono solo un viatico per l’infelicità reciproca. Una relazione, specie se d’amore, è un’occasione di felicità ma non deve mai essere basata sulla convenienza, che riduce i rapporti a qualcosa di superficiale e frustrante, impedendoci di raggiungere quelle cose autentiche che ognuno di noi continua a desiderare.

Secondo Bauman l’uomo post-moderno vive nel soggettivismo; questo “soggettivismo” ha minato le basi della modernità, l’ha resa fragile, da cui una situazione in cui, mancando ogni punto di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità. Viviamo tutti in un consumismo sfrenato dove il singolo si considera un prodotto da pubblicizzare per essere vendibile al miglior offerente, nelle ultime pagine del libro “Consumo, dunque sono”: «Consumiamo ogni giorno senza pensare, senza accorgerci che il consumo sta consumando noi e la sostanza del nostro desiderio. È una guerra silenziosa e la stiamo perdendo». Ricerchiamo la felicità nel consumo, non tanto nella soddisfazione dei desideri, quanto nella loro intensità e quantità, una bulimia del consumo, dove ciò che abbiamo acquistato è già diventato obsoleto. Per Bauman nella società liquida, “la convinzione è che il cambiamento è l’unica cosa permanente e che l’incertezza è l’unica certezza”.

Personalmente ritengo interessante la critica fatta dal padre della sociologia italiana Franco Ferrarotti, alla teoria liquida di Bauman.

Ferrarotti afferma:«Se la società è liquida, se la paura è liquida, se lo stato è liquido, se la modernità è liquida, allora sa cosa faccio? Metto su dei corsi di nuoto».

Secondo Ferrarotti i teorici della società liquida non considerano che la nostra società è al tempo stesso: “Dura, congelata, bloccata, neo feudale”.

Chi dei due ha ragione? Forse entrambi, se Bauman giustamente aveva posto l’accento sui cambiamenti veloci della nostra società, e sui rapporti mutevoli e instabili, anche Ferrarotti ha ragione, in quanto nel nostro stivale, spesso il cambiamento è visto come pericoloso, famosa è la frase “meglio il certo per l’incerto”. Oppure vediamo che in politica, qualsiasi tentativo di cambiamento diviene scontro tra varie fazioni politiche e non. Abbiamo visto recentemente le discussioni feroci, sul cambiamento dell’art 18. Altro esempio è come in certe realtà territoriali, certi stereotipi sono difficili da far cadere “l’uomo che ha avuto molte donne è virile e seduttore, mentre la donna che ha avuto vari compagni è una prostituta”.

Ringraziamo Bauman, per le sue importanti ricerche che hanno influenzato non solo la sociologia ma molte discipline umanistiche.

Articolo di Fabio De Santis