Se non guardi negli occhi è sempre colpa della timidezza? A giudicare da uno studio condotto da Shogo Kajimura dell’università di Tokyo, sembrerebbe di no, ma la causa deriverebbe da un sovraccarico del sistema cognitivo.
Secondo lo studio pubblicato sulla rivista cognition, il conversare e il contatto visivo attingono alle stesse risorse cognitive, costringendo così il cervello a scegliere tra l’una e l’altra.
Per dimostrare la sua tesi, Kajimura ha sottoposto alcuni volontari a un test nel quale dovevano associare alcune parole ad altri termini, mentre guardavano volti generati dal computer oppure distogliendo lo sguardo dagli stessi.
E’ emerso che le difficoltà maggiori ad associare le parole si verificavano proprio durante il contatto visivo diretto. “Da queste esitazioni”, ha concluso lo scienziato, “abbiamo dedotto che il cervello stesse maneggiando troppe informazioni nello stesso momento”.
Questo studio molto interessante, pone un’ampia riflessione sul perché di certi comportamenti, e forse, dovremmo pensarci bene prima di etichettare qualcuno come timido, o insicuro solo perché non ci guarda negli occhi.
Per definire una persona timida, dovremmo prendere in considerazione una serie di indicatori, e non un solo comportamento.
Bibliografia:
Focus n 293, del 21 febbraio 2017, pag 119.