I libri di Self-help servono davvero?

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Al giorno d’oggi, si fa un gran parlare di autostima, sviluppo personale e un forte incremento al mercato della psicologia motivazionale viene dato dai libri di self-help, (auto-aiuto).

In realtà i libri di self-help, non sembrano realmente capaci di  modificare la vita delle persone, anzi alcuni editori parlano della regola dei 18 mesi, secondo la quale, il più probabile acquirente di un libro di self-help, è quello che ne ha già acquistato un altro nei 18 mesi precedenti e non ha risolto i suoi problemi.

Alcune ricerche scientifiche smontano alcune “regole d’oro” di alcuni libri di self-help, tipo (the secret), come quella che visualizzare gli obiettivi, ci aiuterebbe a raggiungerli prima.

Self -help e autopeggioramento?

Esistono molti punti critici inerenti la lettura dei libri di self-help, e nel frequentare corsi di automiglioramento e l’interesse verso la psicologia positiva; ecco una lista di possibili punti critici.

  • Diventare un cultore dell’obiettivo mania.
  • L’obiettivo mania ha la funzione di compensare i vuoti interiori.
  • Obiettivo mania come soluzione anti depressiva.
  • Piacere endonistico.
  • Obiettivo raggiunto, a scapito del benessere contestuale della persona.
  • Violare regole e norme sociali, pur di arrivare al proprio scopo.
  • Aumento del Narcisismo patologico.

 Il self-help utile

Alcune ricerche tendono a dimostrare che in alcuni casi i libri di self-help possono portare un miglioramento nella vita delle persone.

Questi libri sono più che altro tecnici, in quanto riguardano aspetti molto specifici, per es. Alcune psicopatologie, come; una lieve depressione, l’ansia, il disturbo ossessivo compulsivo, fobia sociale.

Per esempio uno studio sull’apprendimento della mindfulness attraverso dei manuali, ha portato alla luce un riscontro positivo.

Una metanalisi  pubblicata su Clinical Psycology Review, che prendeva in considerazione ben 15 studi sulla MINDFULNESS e ACT, ha dimostrato l’efficacia di questi programmi di auto-aiuto.

I risultati dello studio indicavano chiaramente che considerando l’insieme dei 15 studi effettuati, i programmi di autoaiuto basati sulla mindfulness e sull’accettazione risultavano utili. In particolare, essi promuovevano un maggior livello di consapevolezza e di accettazione e diminuivano i livelli di ansia e depressione, rispetto al gruppo che non seguiva alcun programma di auto-aiuto.

Per gli autori, seguire un programma di auto-aiuto, permetteva  alle persone di sviluppare una maggior flessibilità psicologica e un incremento della consapevolezza.

Conclusioni

Quindi il self-help più efficace, sembrerebbe essere quello finalizzato a migliorare/guarire le persone da una certa problematica evidente, con degli strumenti validati scientificamente, mentre i libri di sviluppo personale, malgrado possano dare anche suggerimenti giusti, hanno intrinsecamente dei punti critici, che se interpretati nel modo erroneo, possono portare le persone su una strada sbagliata.

Personalmente ho trovato come ottimo libro di sviluppo personale, le vostre zone erronee di W.W. Dyer, in quanto, delinea suggerimenti su come liberarsi delle zone erronee, (paura del giudizio altrui, senso di colpa), senza spingere alla traguardomania, come invece fanno altri autori di libri di auto-aiuto.

 

Contatti.

Fabiodesantipsicologo@gmail.com

3472404101

Bibliografia.

La legge del contrario, Oliver Burkeman, ed. strade blu (mondadori 2015)

Il blog di Andrea Epifani Psicologo:

http://bolognapsicologo.net/