Ciao, in questo nuovo articolo ti delineerò le differenze tra il narcisismo descritto nei manuali di psichiatria (disturbo narcisistico di personalità) e il narcisismo narrato nella teoria e prassi psicoanalitica.
Veniamo al manuale di psichiatria più conosciuto il DSM, arrivato alla V edizione. Per il dsm il disturbo narcisistico è una modalità pervasiva di mancanza di empatia e sfruttamento interpersonale che si manifesta nella prima età adulta.
I narcisisti sono persone spesso realizzate nella vita (manager, imprenditori) che hanno sogni continui di successo e potere, secondo l’ultimo manuale DSM, il disturbo narcisistico nella popolazione si attesta tra il il 2 e il 4% con una preferenza marcata di uomini rispetto alle donne.
Difficilmente una persona che soffre di questo disturbo si rivolge ad uno psicoterapeuta e se lo fa è per dei sintomi collaterali e non per mettere in discussione le sue modalità di relazione con l’ambiente.
Nella clinica di stampo analitico, si racconta di un altro tipo di narcisismo notato in dei pazienti, queste persone tendono ad avere tratti simili a chi soffre di fobia sociale, come sicurezza indecisione, paura del giudizio esterno, ma a differenza del fobico sociale tendono molto ad avere fantasie egoiche che mai si realizzeranno nella vita.
il loro guardarsi allo specchio è un ripetere: ” Mi dicono che sono bello, ma perché non mi ci vedono così le persone che vorrei io?”.
A volte sembrano adolescenti, sia nel parlare che nell’esprimere emozioni.
La differenza più evidente tra chi la descrizione del narcisista del Dsm è quello descritto nella pratica analitica, è che il primo realizza i suoi obiettivi, ma non si sazia mai del successo ottenuto.
il secondo non ottiene successo e rimane un “vorrei ma non posso”.
I secondi sono più propensi ad andare in terapia, in quando risultano più introspettivi dei primi.
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