articolo di Giuseppe Magnarapa
A proposito di stepchild adoption
NIENTE DOLORE, NIENTE PIACERE
Immaginate per un momento che negli Stati Uniti venga organizzata una fiera internazionale dedicata agli stupefacenti: padiglioni di vari Paesi produttori di droga con le sostanze classiche, le novità, i prezzi, le degustazioni gratuite e così via: si può immaginare ragionevolmente che in un batter d’occhio, piombino gli agenti dell’FBI a far sbaraccare tutto.
Questo negli USA, ma in Europa? E’ passata pressoché inosservata la notizia di una fiera internazionale dell’utero in affitto per le adozioni da parte di coppie omosessuali (la così detta, elegantemente stepchild adoption), indovinate dove? A Bruxelles, nel cuore pulsante della nostra amata Unione Europea dove la pratica dell’utero in affitto è proibita in tutti i Paesi aderenti.
Per chi non lo sapesse si tratta di questo: da una parte ci sono i donatori di sperma, dall’altra le donatrici di ovuli: nel più rigido anonimato, entrambi depositano i loro prodotti presso un’apposita banca che li classifica e poi provvede alla fecondazione in vitro con successivo impianto dell’embrione in una donna disponibile a dare il suo utero in affitto, su ordinazione da parte praticamente di chiunque: coppie eterosessuali, coppie omosessuali ed anche single. Alcuni Paesi dell’America Latina prevedono il pagamento del prodotto finale, il bambino, altri, assai più evoluti, lo concedono a titolo gratuito.
La prima critica mossa a chi dissente da questa pratica repellente e pericolosa è che l’oppositore sia un cattolico integralista, retrivo e fanatico. Niente di più falso: l’anatema biblico contro omosessualità ed onanismo ha motivazioni biologiche prima ancora che religiose, dato che, entrambe le pratiche non consentono la procreazione e, dunque lo sviluppo della specie. Perciò in linea teorica, il donatore di sperma rispetta il dettato biologico (e dunque anche quello religioso) in quanto mette il suo prodotto a disposizione della procreazione e lo stesso dicasi per la donatrice di ovulo. Anzi, essendo la pratica dell’utero in affitto depurata dal piacere dell’accoppiamento, è anche in linea con la percezione colpevolizzante dell’orgasmo tipicamente cattolica. Non solo, ma l’adozione da parte di coppie gay dovrebbe aggirare anche l’ultimo ostacolo di natura biologico-morale alla formazione delle coppie stesse, dato che esso consiste proprio nella loro intrinseca sterilità.
Ma allora, da cosa scaturisce la contrarietà alla stepchild adoption effettuata tramite la pratica dell’utero in affitto? Da motivi puramente e semplicemente psicologici.
La Psicologia non può essere manipolata secondo le convenienze: ognuno di noi sa benissimo quale sia il ruolo giocato dalla complementarità dei genitori, mamma e papà, sullo sviluppo psichico del bambino. Anche uno sprovveduto capisce che il padre e la madre rappresentano i modelli originali di maschio e femmina sui quali si plasma lo sviluppo delle emozioni nel bambino, delle sue relazioni col mondo esterno, della sua percezione della diversità e della reciprocità, in altre parole, della sua identità psicofisica. Il genitore dello stesso sesso è l’oggetto primario dell’identificazione proiettiva, il genitore di sesso opposto, l’oggetto della complementarità affettiva. Lo sviluppo di una sana sessualità, anche di quella liberamente espressa nella scelta successiva del partner, è sempre il punto d’arrivo di una serie di elaborazioni, più o meno facili, più o meno dolorose, derivanti dal confronto tra due genitori di sesso diverso con ciascuno dei quali si esercita la propria capacità di attrarre o di sentirsi attratti, di respingere o di sentirsi respinti, di competere per gelosia, per conquistare, o per essere conquistati : insomma una continua palestra di emozioni nell’ambito relazionale, non solo utile, ma indispensabile ad un corretto sviluppo degli affetti e delle contromisure ai loro eccessi.
I sostenitori dell’utero in affitto sostengono che nei bambini nati con questa pratica e adottati da coppie omosessuali non sono state riscontrate alterazioni psicopatologiche di sorta: ma come fanno a saperlo dal momento che, trattandosi appunto, ancora di bambini, nessuno è in grado di prevedere il loro futuro psicologico?
In base alle conoscenze attuali e se tanto mi da tanto, possiamo supporre che, nel migliore dei casi, questi soggetti saranno, in larga misura, omosessuali e fin qui, niente di male. Ma come la mettiamo con il proseguimento della specie umana, se la stepchild adoption dovesse prendere piede? Niente paura: i maschi potranno sempre diventare donatori di sperma e le femmine di ovuli , continuando così a riprodursi, gli uni all’insaputa delle altre. Senza le difficoltà di crescere un figlio biologico e senza il piacere dell’orgasmo.