Articolo di Barbara Bravi
La memoria e’ quel processo psichico che ci consente di immagazzinare, conservare e recuperare informazioni. C’e’ una prima fase di acquisizione, in cui si apprendono informazioni; una fase di ritenzione dove le informazioni vengono mantenute in memoria e una fase di recupero dove vengono richiamate le informazioni.
La memoria e’ stata studiata in passato dall’associazionismo con la teoria dell’oblio di Ebbingaus (Germania 1885);
dal Costruttivismo con la teoria di Barlett(Inghilterra 1932);
dal Cognitivismo (USA).
Ebbingaus (1885) ha descritto la curva di ritenzione dell’oblio attraverso studi utilizzando come stimoli trigrammi senza senso, ovvero parole insensate per evitare le influenze logico linguistiche e la ripetizione seriale che si basa sul concetto di esercizio secondo il quale e’ solo la pratica che favorisce e migliora l’apprendimento.
Il modello costruttivista di Barlett(1932) pone l’accento sul ruolo determinante delle operazioni compiute dal soggetto. Si occupa della memoria in rapporto a situazioni realmente vissute, il processo mnestico e’ il prodotto di una ristrutturazione in cui il soggetto impiega strategie attive di ricostruzione della traccia mnestica in base al confronto e l’integrazione con le informazioni già presenti in memoria. Lo strumento utilizzato da Barlett era quello del “Breve racconto”, un esempio era “La leggenda indiana”una vicenda lontana da quelle occidentali con fenomeni naturali e non, mescolati. Il risultato fu che i soggetti tendevano ad omettere dettagli a razionalizzare gli elementi incongrui ad alterare l’ordine e l’importanza degli elementi, a dare accenti e tonalità emotive differenti.
Il Cognitivismo (USA) con il modello di Atkinson e Shiffrin (1968) e’ visto come una metafora del funzionamento del computer. Da ciò derivala concezione dell’uomo come elaboratore di informazioni”Human Information Processing”. Il modello prevedeva tre rispettivi magazzini di memoria: un registro sensoriale (Sperling 1963) in grado di catturare l’informazione in entrata e trattenerla per un brevissimo periodo di tempo; da qui l’informazione veniva inviata ad un magazzino a capacità limitata MBT ed infine trasferita ad un ultimo magazzino per la definitiva archiviazione MLT(Moderato Rovetto1997).
Tulving(1972) fece un altra distinzione importante tra memoria dichiarativa o esplicita e memoria procedurale o implicita. La prima e’ quella di cui noi siamo consapevoli, la seconda e’ quella forma di memoria a cui non possiamo accedere consapevolmente. La memoria dichiarativa si divide in memoria episodica e memoria semantica.
Baddeley (1986) sviluppa il modello della memoria di lavoro”working memory”, che comprende un esecutivo centrale la parte principale e sovraintende soprattutto compiti di ragionamento e decisione, inoltre svolge funzione di supervisore nei confronti di due sottosistemi definiti:processo articolatorio, coinvolto nell’immagazzinamento e nell’elaborazione del materiale verbale, e del magazzino visuo-spaziale, la cui funzione consiste nell ‘immagazzinamento e nell’elaborazione del materiale visuo-spaziale. (Moderato Rovetto 1997).
Per facilitare il compito di memorizzazione troviamo tra le tecniche di intervento le mnemotecniche, tra le più note il metodo dei loci, l’abbinamento tra luoghi ben conosciuti a l’informazione da memorizzare, oppure l’abbinamento della parola con delle immagini o l’utilizzo di parole chiave che assomigliano foneticamente alla parola da ricordare ma familiari per il soggetto.
I deficit della memoria sono le amnesie caratterizzate da marcata compromissione della capacità di ricordare nuove informazioni apprese dopo l’esordio dell’amnesia anterograda; e una grande difficoltà a ricordare eventi che si siano verificati prima dell’amnesia, amnesia retrograda. Spesso i pazienti con amnesia hanno una memoria a breve termine intatta e dopo l’amnesia sono ancora capaci di apprendimento residuo. I deficit della memoria possono essere di diversa natura: di natura psicogena come nell’amnesia dissociativa oppure il sintomo di una patologia da intossicazione come nel caso della sindrome di Korzakoff , nell’abuso di alcool o di una malattia di carattere neurogenerativa come il morbo di Alzheimer.
Tra i test che studiano la memoria possiamo utilizzare la Wechesler Memory scale costituito da 7 sub test che indagano tutti i tipi di memoria, altri test il reattivo delle figure complesse e il profilo del rendimento mnestico di Rey.